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Il processo per la morte di Giulio Regeni, resta sospeso per i quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Regeni nel 2016 al Cairo.
Il processo, al momento non si farà fin quando l’Egitto non fornirà gli indirizzi dei quattro accusati, tutti agenti della National security, il servizo segreto civile egiziano. Altra strada quella che l’Italia non deciderà di cambiare una legge che, le parole sono della sostituta procuratrice generale Marcella de Masellis, nei fatti “garantisce l’impunità degli imputati”.
Il procuratore Sergio Colaiocco, che aveva impugnato la decisione della Corte d’assise di Roma, dichiarò che già dal febbraio 2016, quando il corpo di Giulio fu ritrovato, sfregiato dalle torture, al Cairo, l’Egitto di Al Sisi ha di fatto ostacolato e depistato le indagini e quindi ad impedire le notifiche agli imputati.