L’inviato per la Carità di Papa Francesco Konrad Krajewski finisce sotto i colpi dei militari russi in Ucraina, ma stà bene.
Krajewski, prefetto del Dicastero per il Servizio della Carità, per la quarta volta in terra ucraina, è stato prima ad Odessa poi Zaporizhia, con l’intenzione di raggiunge Kharkiv. A Zaporizhia, mentre consegnava viveri e rosari inviati dal Papa, è stato bersaglio dell’esercito russo e per fortuna si è salvato solo grazie al soldato ucraino che stava accompagnando lui e due vescovi.
All’Avvenire, Krajewski ha inviato un messaggio audio: “Oggi è un giorno particolare, perché sono nove anni da quando il Santo Padre mi ha scelto come Elemosiniere e da quando sono stato ordinato vescovo”. E così è stato anche oggi, col mezzo carico di viveri e di quanto può servire alle popolazioni in zona di guerra. Aiuti e una parola di conforto. “Siamo andati alla frontiera, alla zona di guerra. Abbiamo caricato un pulmino e siamo andati proprio lì dove oltre i soldati non entra nessuno perché i russi sparano appena qualcosa si muove. Sparano subito. La gente era stata avvisata che venivano e si sono radunati nei posti indicati dai soldati”.
Zona ad altissimo rischio ma la missione era chiaramente umanitaria eppure non è stata gradita dai militari russi. E qui il racconto e la voce di padre Konrad si fanno drammatici. “Abbiamo scaricato i viveri e poi bisognava fuggire per non essere localizzati dai russi, ma purtroppo alla seconda tappa si sono accorti e hanno cominciato a sparare. Meno male che c’era un soldato ucraino che ci ha detto dove nasconderci perché per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire. Non basta correre, bisogna sapere dove”.
“Per fortuna tutto è finito bene e siamo andati in un altro posto fino ad esaurimento dei nostri aiuti. A tutti i soldati e alla gente abbiamo consegnato i rosari da parte del Santo Padre dando la sua benedizione e quasi tutti mettevano la coroncina del rosario sul collo”.
Infine padre Konrad saluta la redazione dell’Avvenire lasciando un messaggio di speranza ma anche angosciante. “Oggi è un giorno in cui bisogna pregare e dire solo “Gesù confido in te” perché sembra un buio totale”.
Il pulmino carico di aiuti in cui viaggiava il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski insieme a due vescovi è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco. «Non sapevo dove fuggire»
FONTE AVVENIRE.IT